Social Network morti e defunti


5 Febbraio 2019

Social Network morti e defunti

Social Network morti e defunti. Canali Social che vanno e vengono. Quelli morti, in due decenni, sono circa una cinquantina.
Alcuni sono durati poco, altri hanno avuto una vita lunga, altri ancora (a noi sconosciuti), hanno avuto successo solo in alcuni Paesi.

Diverse le piattaforme che negli anni hanno chiuso i battenti, una dopo l’altra, mentre la creatura di Mark Zuckerberg, ad esempio, le ha guardate spegnersi: il suo Facebook ha appena compiuto 15 anni, forte degli oltre 2 miliardi di utenti mensili.

Oggi le piazze virtuali in tutto il mondo sono circa 400, utilizzate da oltre 3 miliardi di persone su 7.
Nati per stabilire contatti con chiunque, in qualsiasi parte dell’universo, i Social sono diventati luoghi di vera condivisione (di immagini, pensieri, video, esperienze).

Social Network morti e defunti
Tra le ceneri dei Social defunti ricordiamo:

  • Myspace
    Vi ricordate MySpace? Social network dedicato ai più giovani e alla musica: consentiva di condividere foto, video, news ed eventi, ma soprattutto permetteva di conoscere e mettersi in contatto con gruppi e musicisti del momento. Nato in California nel 2003, Myspace è cresciuto diventando il più grande sito di social networking fino al suo declino nel 2009.
  • Friendster
    Social predecessore sia di Facebook che di Myspace. E’ stata la prima piattaforma online (nata nel 2002) a consentire la condivisione di foto, video, news, eventi, commenti.
  • Delicious
    Nel 2003 è stato coniato il termine social bookmarking, dedicato alla raccolta, alla condivisione e alla scoperta di bookmark in rete. L’addio nel 2017.
  • Friendfeed
    Si trova memoria anche del feed aggregator FriendFeed: un servizio web che permetteva l’aggregazione in tempo reale di tutti gli aggiornamenti provenienti da blog, social network, siti di bookmarking e qualsiasi feed RSS. Chiusura definitiva nel 2015.
  • iTunes Ping
    Nel 2010 Apple ha lanciato Ping, che permetteva agli utenti di connettersi sia con gli amici che con gli artisti, condividendo intere collezioni di file musicali. Peccato che il sistema funzionasse, ovviamente, solo per gli utenti di iTunes tramite iPhone e iPod Touch.
  • Google+
    Il grande addio. Anche Google appare nella lista degli sconfitti.
    Quando la grande G ha lanciato Google Plus, nel 2011, aveva di sicuro in mente una creatura social che sapesse intrattenere come Facebook e fosse professionalmente utile come LinkedIn. Chiuderà i battenti il prossimo aprile.

Social Network morti e defunti I Social Network Zombie

Non mancano i Social Zombie, quasi morti viventi.
Pensiamo a Snapchat che aveva fatto impazzire tutti e in America è ancora tra i social più utilizzati. L’abbandono dell’app in Italia è stato causato dall’arrivo delle stories su Instagram.

O Pinterest, forse ancora poco conosciuto da noi italiani, perché molto specifico (ma validissimo per i creativi!).

Infine Twitter, la cui sede in Italia ha chiuso i battenti da tempo e che dimostra sempre più di essere il social delle news, della politica, dei messaggi flash e dalla comunicazione veloce tra miliardi di tweet dalla vita molto breve.

Perché un Social muore?

Come sopravvivere ai cambiamenti?
L’esistenza e il successo di un Social dipende da tantissimi fattori, tra i più importanti:

  • Il software stesso e il suo costante aggiornamento;
  • La UI&UX Design, ovvero la User Interface e User Experience, l’interfaccia grafica e l’esperienza dell’utente;
  • La velocità dell’applicazione;
  • Il suo guadagno (con abbonamenti, pubblicità etc.);
  • La sua strategia di marketing
  • Creare vere community, mantenere interessati e attivi gli utenti;
  • Presenza di influencer nella piattaforma

Fondamentale è l’Engagement: un Social Network con scarso engagement è solo un contenitore vuoto, e prima o poi ci dirà addio.

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